Gli antichi Greci credevano che i diamanti fossero dei frammenti di stelle caduti sulla terra. Alcuni di loro dicevano anche che erano le lacrime degli Dei. Un'altra leggenda sostiene che esisteva una valle inaccessibile dell'Asia centrale tappezzata di diamanti, custodita da uccelli rapaci dall'alto e da serpenti dagli occhi assassini sulla terra.

Un diamante grezzo assomiglia ad un ciottolo qualsiasi, e nessuno lo degnerebbe di uno sguardo. E' l'abilità del tagliatore di diamanti che svela la bellezza che giace nascosta nelle pietre. L'abilità richiesta per questa arte è stata tramandata nei secoli, di generazione in generazione: il tagliatore non può permettersi di fare alcun errore. Il rischio non esiste solo al momento del taglio, ma in una qualunque delle fasi di lavorazione di ciascuna pietra; sono infatti necessarie alcune ore (a volte giorni) per tagliare e levigare una gemma. In questa lunga lavorazione, un diamante arriva a perdere fino al 50% del suo peso originario!

La bellezza di un diamante dipende dal modo in cui esso riflette la luce, e il tagliatore deve sagomare la pietra in maniera tale che la luce penetri dalla parte superiore, venga riflessa all'interno, ed esca di nuovo dall'alto. In questo modo viene riflessa la maggior quantità di luce, e il diamante risplende con il suo fuoco, la sua brillantezza ed il suo scintillio.

La precisione e la raffinatezza con cui viene tagliato un diamante determinano la sua brillantezza, il suo fuoco e la sua bellezza. La forma scelta per il taglio viene determinata dal tagliatore in base ad un abile studio della forma del diamante grezzo. Per l'acquirente è soltanto una questione di gusto individuale e la scelta è limitata solo dall'abilità e l'immaginazione del tagliatore. Il taglio a brillante è la forma più conosciuta, ma esiste un'ampia varietà di altre forme che spazia dalle più tradizionali a marquise, goccia, smeraldo, ovale, baguette o cuore sino alle più fantasiose e creative.

Un diamante si giudica attraverso quattro diverse caratteristiche che si combinano in molti modi determinando il valore della gemma. Sono dette le 4C.

 

PESO IN CARATI (Carat weight)

Come tutte le pietre preziose, il peso (e perciò la grandezza) di un diamante è espresso in carati. La parola carato ha origine come unità di peso naturale: i semi dell'albero del carrubo. I diamanti erano per tradizione pesati con questi semi, fino a quando il sistema fu unificato ed un carato fissato a 0,2 grammi (un quinto di grammo). Un carato è diviso in 100 "punti". Perciò un diamante di 25 punti pesa un quarto di carato, ovvero 0,25 carati. Ecco alcuni esempi che mostrano la grandezza approssimativa rispetto al peso.

 

PUREZZA (Clarity)

Quasi tutti i diamanti contengono minute tracce di carbonio non cristallizzato, l'elemento dal quale sono stati originati. Molte non sono discernibili ad occhio nudo e hanno bisogno di essere ingrandite per diventare visibili. Sono chiamate inclusioni, e sono le impronte digitali naturali che fanno di ogni diamante un pezzo unico. In ogni caso, meno inclusioni ci sono, più rara è la gemma.

Purezza è perciò il termine usato per indicare fino a quale grado il diamante acquistato è privo di tali imperfezioni. Vi sono tre principali sistemi di graduazione internazionali per classificare i diamanti: GIA, CIBJO e HRD. Un diamante privo di inclusioni sia all'interno che all'esterno è classificato fl "puro" dal sistema GIA; l'altro sistema usa il termine "puro alla lente" o "internamente puro". Al di sotto di questo grado di classificazione i sistemi si equivalgono.

 

COLORE (Colour)

Qualche volta la gente è sorpresa nell'apprendere che i diamanti possono coprire l'intero spettro dei colori. La maggior parte delle gemme comunque appare appena tinta di giallo o marrone, ma ci sono anche i diamanti molto rari definiti incolori. Altri ancora più rari sono in natura di colore ben definito e sono spesso denominati "fancies", fantasia. Tali diamanti si trovano solo occasionalmente e maggiormente in tinte come verde, rosso, blu o ambra.

 

TAGLIO (Cut)

Di tutte le quattro caratteristiche (4C), il taglio è quella più influenzata dall'uomo. Le altre sono dettate dalla natura. Il taglio del diamante influenza profondamente lo scintillio ed il fuoco, perciò è l'abilità del tagliatore che rivela la bellezza della gemma.

Il taglio è ciò che permette al diamante di sprigionare la massima quantità di luce.

  1. In un diamante tagliato correttamente la luce viene riflessa dalle faccette del padiglione in modo che fuoriesca dalla parte superiore del diamante.
  2. Se un diamante viene tagliato con un padiglione troppo profondo, una parte della luce si perde uscendo dalla parte opposta del padiglione stesso.
  3. Se il padiglione è troppo piatto la luce esce prima che possa essere riflessa.